Un mare che accoglie, che parla, che restituisce voce ai silenzi dell’anima.
Con la raccolta di poesie “Mare di me”, Giovanna Poma ci invita a un viaggio intimo e profondo, un percorso di esplorazione e consapevolezza dove il mare diventa simbolo di nascita, memoria e forza vitale.
Attraverso un linguaggio evocativo e immagini naturali, l’autrice affronta i grandi temi dell’esistenza — il tempo, la memoria, l’amore, la perdita e la ricerca di sé — intrecciando metafore marine e paesaggistiche che raccontano il ciclo della vita, le sue contraddizioni e la continua trasformazione interiore.
La poesia di Giovanna Poma celebra la forza e la resilienza umana, dando voce a un animo irrequieto ma consapevole, fortemente connesso alla natura e ai luoghi dello spirito.
Le liriche, spesso rivolte a figure significative, creano un’intimità emotiva e un dialogo introspettivo con il lettore.
Il mare, presenza potente e ricorrente, emerge come simbolo dell’inconscio, dell’infinito e della profondità dell’anima, diventando specchio dell’essenza stessa della poetessa.
Lo stile di Giovanna Poma si distingue per una fusione armonica di introspezione, simbolismo, musicalità e intensa carica emotiva, invitando chi legge a riflettere, a riconnettersi con la natura e a cercare un significato più profondo della vita.
La sua parola poetica, fluida e ritmica, svela un travaglio interiore e un continuo stupore verso l’esistenza, restituendo alla poesia la sua funzione più autentica: narrare l’anima e le sue maree.
La poesia “Mare di me” che dà il titolo all’opera:
Mare di me
Affondano radici nell’attico del mio cuore
Quelle stagioni
E quegli istanti densi, belli, dolorosi e strazianti
Che uno sull’altro hanno stratificato
Forgiando un di me
Come ferro sul fuoco della vita
Immemori del tempo
Dal magma svettanti
Custodisco colonne
Sono quei giorni, quei momenti topici che hanno segnato
Una conquista, una perdita, una sfida,
Una nuova consapevolezza
Nel vaso traboccante del vissuto
Ho vinto
Ho perso
Mi sono battuta
Ho amato
Ho donato il mio tempo
Con la brama e l’ardore
Di chi non si risparmia
E crede
E desidera
E ambisce
E non si arrende
E adesso nella mia casa regna la pace
Tutto d’intorno ha il senso di ciò che dentro m’appartiene
…
No, non sono le cose, gli oggetti volubili e vacui
Di cui sento l’impellenza di un distacco
Parlo di un’anima irrequieta
Che ha trovato ragione di sé
Di quel chi sei che è memore
Di tutto ciò che intrinsecamente
E sacralmente le appartiene
Ebbene sì
Ho fatto pace
Il mare di me
È un moto gaudente
Mi siedo di fronte
E lascio la mente
Sono mare
…
Finalmente
Io sono il mare

